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Recombinant DNA technology is an essential area of life engineering. The main aim of research in this field is to experimentally explore the possibilities of repairing damaged human DNA, healing or enhancing future human bodies. Based on ethnographic research in a Czech biochemical laboratory, the article explores biotechnological corporealities and their specific ontology through dealings with bio-objects, the bodywork of scientists. Using the complementary concepts of utopia and heterotopia, the text addresses the situation of bodies and bio-objects in a laboratory. Embodied utopias are analyzed as material semiotic phenomena that are embodied by scientists in their visions and emotions and that are related to potential bodies and to future, not-yet-actualized embodiments. As a counterpart to this, the text explores embodied heterotopias, which are always the other spaces, like biotechnological bio-objects that are simulated in computers or stored in special solutions.
Negatività, trascendenza, utopia. La dialettica dell'opera d'arte nella Teoria estetica di Adorno
(2018)
Il seguente saggio, tenta di mettere a fuoco la relazione tra negatività e trascendenza così come emerge all'interno della riflessione estetica di Theodor Wiesengrund Adorno. La trascendenza, la relazione con l'eterogeneneo e l'alterità, e la dimensione riflessiva che, secondo Adorno, caratterizzano l'opera d'arte moderna, riguardano, in primo luogo, la ineliminabile tensione dell'opera d'arte verso il senso e, nello stesso tempo, l'impossibilità che esso possa totalmente compiersi all'interno dell'esperienza. In questa prospettiva, in un mondo dominato dal rischio della totale coincidenza tra opera e merce, fino alla identificazione tra arte e industria culturale, per Adorno, l'opera d'arte non si costituisce come tale per ciò che attraverso di essa si realizza, quanto, e forse soprattutto, per ciò che in essa rimane allo stato della potenza, per le possibilità intraviste che si conservano al suo interno che, coincidendo con la sua dimensione utopica, impediscono la piena identificazione tra opera d'arte e merce di consumo. Ciò che conta, da questo punto di vista, non è solo il passaggio da un senso potenziale a un significato determinato, né quello dal possibile al reale, quanto piuttosto - attraverso la continua e dialettica relazione tra essenza e apparenza, linguaggio e realtà, pensiero e sensibilità -, la contingenza stessa del significare e, di qui, la sua possibilità di non-essere o di essere-altrimenti.